E’ un divertente paradosso che l’uomo, quando non sbaglia strada, inseguendo l’infinito, cresce e diventa se stesso nella realtà finita. Chissà se punta all’infinito per poter dialogare con la realtà o viceversa! Facilmente, però, quando dimentica una delle due cose cominciano i guai!
Categoria: Officina Creativa
Intro – Storia sbagliata
Una storia sbagliata può servirci
da cestino,
per disconoscere parti di noi stessi,
che non vogliamo accettare
o da specchio,
per riconoscere le spinte problematiche
che si agitano dentro di noi
e con cui abbiamo bisogno di
imparare a comunicare.
Nica, di Sofia Lorefice
Una donna si specchia e trucca. Una bambina la segue e la imita. (La bambina calza delle scarpe con il tacco uguali a quelle della donna grande ma che a lei vengono troppo grandi)
Nica: Perché ti specchi?
Donna: Perché voglio essere bella.
Nica: E perché vuoi essere bella?
Donna: Perché nel mio lavoro bisogna essere belle per essere considerate importanti.
Nica: Tu per me sei importante e bella!
Donna: (la donna grande sospira) Nica, non sono tutti come te, per gli altri devo essere più bella.
Nica: Chi sono le persone per le quali devi essere più bella?
Donna: Sono piccoli uomini potenti e annoiati che possono farmi fare carriera, altrimenti la faranno fare a un’altra.
Nica: E chi è quest’altra?
Donna: Una più bella di me.
Nica: Ma chi è più bella di te?
Donna: (innervosita) Ora devo uscire, mi aspettano, ho un lavoro importante. Tu ora addormentati dai…
Nica: Raccontami una storia, la storia di Biancaneve e io mi addormento!
Donna: Non posso Nica, vorrei tanto stare qui con te, sarebbe un sogno! Ma oggi sono troppo di fretta, la storia te la racconto domani. Tu ora vai a letto…
Nica: Ma la regina di Biancaneve era cattiva?
Donna: (annoiata) Sì
Nica: Perché?
Donna: Perché era narcisista.
Nica: Cosa vuol dire narcisista?
Donna: Che si guardava solo allo specchio.
Nica: Perché la strega si guardava solo allo specchio?
Donna: (distratta) Perché voleva essere la più bella del reame.
Nica: E perché voleva essere la più bella del reame?
Donna: (in ansia, perché in ritardo) Perché non conosceva nessuno che la facesse sentire bella e importante. Ora però dormi. La storia te la racconto domani.
Nica: E perché voleva uccidere Biancaneve?
Donna: Perché era più apprezzata e amata di lei.
Nica: Da chi era amata e apprezzata Biancaneve?
Donna: Dai sette nani e poi dal principe.
Nica: E chi erano i sette nani?
Donna: (dolce) 7 piccoli uomini gentili e fedeli.
Nica: E il principe?
Donna: Dai Nica dormi…. Il principe era un sogno che contava più della realtà.
Nica: Perché la strega dà la mela a Biancaneve?
Donna: Perché voleva avvelenare i sogni che lei non sapeva sognare.
Nica: Ma allora perché la strega fa un incantesimo dal quale Biancaneve viene liberata e non uno che dura per sempre?
Donna: (la Donna Grande piange) Perché i sogni, in fondo, non muoiono mai… stanno in dormiveglia e sperano che qualcuno riesca a risvegliarli.
Nica: Allora la regina non era cattiva?
Donna: Forse no.
Nica: E allora cosa era la regina?
Donna: Sola e fragile.
La donna (triste) bacia la bambina ed esce dalla porta.
La bambina guarda la porta, comminando con le scarpe col tacco, si dirige verso una bambola che somiglia alla donna grande; la osserva, la studia, quasi la interroga, poi osserva le scarpe che ha ai piedi e se ne sta qualche momento pensierosa… chiedendosi se tenerle o metterle via. Infine, con atteggiamento fiero e soddisfatto decide di tenerle, va verso il suo orsetto di peluche, lo prende, lo abbraccia, torna verso la bambola e glielo mette delicatamente fra le braccia.
Sulla rotta del peluche, di Cisky
Personaggi: Papà e Bambino
P: Adesso andiamo a fare la nanna, che papà ha da fare.
B: Ma io non ho sonno papà… guarda sono sveglio! Perché non possiamo giocare un po’? Io voglio giocare con te!
P: Perché adesso non si può e perché devi dormire… domani giochiamo! Promesso, però soltanto se adesso chiudi gli occhi e dormi.
B: Allora raccontami una storia… una storia, una storia, dai una storia, ti prego, una storia.
P: Ti ho detto che non ho tempo! Mi ascolti quando ti parlo?! E ora dormi, che devo andare.
B: Uffaaa, ma perché devi sempre andare via? Tu non dormi?
P: No! Tu devi dormire! lo devo uscire per pensare a te e alla mamma, così non vi mancherà mai niente.
B: Però tu non ci sarai, papà!
P: Cerca di chiudere gli occhi, non farmi arrabbiare.
B: Ma perché devo dormire per forza?
P: Perché te lo dico io!
B: Io devo fare tutto quello che mi dici perché sei grande?
P: Sì, è proprio così, e tu devi solo ubbidire.
B: allora voglio essere grande per comandare anch’io!
P: Guarda che mi stai facendo perdere la pazienza, tra un po’ le prendi se non mi dai retta... forza cerca di dormire.
B: Papà perché non mi abbracci mai?! Perché non mi dici mai ti voglio bene?! Perché non capisci quello che voglio?!
P: Ti avevo avvisato (prende il bastone), adesso basta, te le suono!
Il bambino blocca il colpo afferrando il bastone e togliendolo poi di mano al padre
B: No papà! lo sono grande, adesso mi “arrabbio” io!
Il bambino lancia contro il padre il peluche che abbracciava, sostituendolo con il bastone… e stringendo al petto il nuovo feticcio si addormenta.
Buio.